Appuntamento con l'autore, Post

Incontriamo Enza Faranda

Oggi incontriamo Enza Faranda, autrice della raccolta di racconti “Finestre violentate”

Hai delle abitudini particolari quando scrivi?
Al momento della stesura non ho delle abitudini particolari, più che altro nell’ideazione di un racconto. Qualche giorno prima o anche più, passo molto tempo immaginando il personaggio di turno, lo porto con me in ogni dove, ci parlo, ci litigo e solo in seguito riesco a descriverlo e a creare un’ambientazione per farlo agire.

La raccolta di racconti che pubblicheremo ha come protagoniste indiscusse le donne, perché?
Jane Austen una delle prime scrittrici che ha raccontato di donne, tramite la sua protagonista più matura Anne Elliot in Persuasione, in un dialogo con Capitan Harville denuncia come il carattere delle donne nella letteratura, sia sempre stato delineato dal punto di vista degli uomini. Secondo me le donne hanno bisogno di raccontare in prima persona il loro mondo senza il riflesso di un pensiero e il consenso del mondo maschile, anche oggi. Ci sono molti elementi del mondo femminile su cui le prime a tacere sono le donne stesse. Si pensi al ciclo mestruale. È un tabù, ma è un elemento costante e determinante nella vita femminile. Non parlarne, il voler nascondere, come se non ci fosse, rimanda a una visione falsificata della realtà. Quindi se scrivo di donne è perché secondo me sono state poco raccontate o troppo poco ancora.

Come trovi l’ispirazione adatta per la scrittura?
Osservo gli altri.
In qualsiasi situazione: a lavoro, in famiglia, in strada con gli sconosciuti o in un ristorante mi piace guardare i gesti, ascoltare i dialoghi. Qualcuno è infastidito, perché mi metto a fissare, ma ne ho bisogno per trovare nuove idee per creare i miei personaggi.

Hai un luogo dove preferisci scrivere?
No, ma mi piacerebbe molto.

C’è un autore a cui fai riferimento?
Ho sempre letto molto fin dall’adolescenza. Non ho un autore preferito. Di solito quando non mi piace un autore non finisco il libro, ma se mi appassiona leggo e studio tutta l’opera.
Ultimamente sto leggendo le opere di Wilkie Collins, è considerato il padre del poliziesco, ma secondo me è molto di più. Inoltre lo voglio citare perché nelle sue opere dedica ampio spazio alla condizione femminile nell’Inghilterra vittoriana.

Adesso stai lavorando a un nuovo libro?
Sì, ho un progetto in corso ma a causa degli impegni di madre lavoratrice ho poco tempo da dedicarvi.

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